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lunedì 12 aprile 2010

UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA, Bohumil Hrabal



Una solitudine troppo rumorosa
Bohumil Hrabal, Einaudi Tascabili.

A Praga, nelle viscere di un vecchio palazzo, un uomo, Hanta, lavora da anni a una pressa meccanica trasformando libri destinati al macero in parallelepipedi sigillati e armoniosi, morti e vivi a un tempo, perché in ciascuno di essi pulsa un libro che egli vi ha imprigionato, aperto su una frase, un pensiero: sono frammenti di Erasmo e Laozi, di Hölderlin e Kant, del Talmud, di Nietzsche, di Goethe.
Professionista per necessità della distruzione dei libri, Hanta li ricrea incessantemente sotto forma di messaggi simbolici, rinnovando a ogni istante il prodigio del pensiero creativo che sgorga spontaneo al di là e nonostante i modelli canonici della società e della cultura.

1 commento:

Unknown ha detto...

Pochi libri riescono in così poche pagine a racchiudere in sè un intero universo di percezioni, un tale magmatico effluvio d'immagini, una quasi violenta spirale di storie tra il lirico e il narrativo. Tutto questo accade in quello che ormai è stato consacrato come uno dei più limpidi capolavori del novecento. Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal è, assieme a un libro bellissimo, un viaggio nel mondo miracoloso di quella Praga magica della quale Angelo Maria Ripellino ci ha parlato molti anni fa con così tanto amore. E' stato Borges a coniare per la prima volta l'espressione libro-mondo, applicandola all'opera di Dante. Ebbene, i puristi non ce ne vorranno, se noi estendiamo il valore di tale espressione anche al romanzo-poema del grande scrittore ceco. Invidio chi ancora non ha mai posato gli occhi su questo piccolo miracolo.

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